Futurismo

Il futurismo è una corrente artistica del primo Novecento di origine italiana. Sebbene si sia poi diffuso in tutta Europa esso nasce infatti, grazie ad un gruppo di artisti italiani guidato dallo scrittore Filippo Marinetti, che il 20 febbraio 1909 pubblica sul prestigioso giornale parigino Le Figarò, il manifesto (ovvero i principi fondanti) del movimento (che interessava anche la letteratura e la poesia).

Le caratteristiche dell'arte futurista sono semplici da individuare perché rompono totalmente con il passato dell'arte Ottocentesca; se prima infatti - complici patriottismi, monarchie, guerre e nazionalismi - si celebravano prodotti artistici dai colori spenti, dall'atmosfera malinconica o dai soggetti mesti come i cimiteri o la rappresentazione della sofferenza (per esempio La morte di Marat di Jacques Louis David), adesso a regnare è il colore, l'allegria, la creatività. Due fasi hanno differenziato il movimento; la prima, pre-Grande guerra, è stata quella più florida, caratterizzata da grandi nomi come Umberto Boccioni, Gino Severini e Carlo Carrà. Con il conflitto mondiale molti artisti si spostano in altre parti del mondo e alcuni (per esempio Boccioni) vengono addirittura uccisi.

Così, dopo il 1918, il futurismo - che si apre alla sua seconda fase - non è più lo stesso e addirittura, per i suoi principi “rivoluzionari” viene accostato al fascismo tanto da spingere alcuni suoi esponenti (ad esempio Carrà, Sironi e Morandi) a “migrare” verso altre correnti, come quella surrealista o metafisica.

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