Mosè Bianchi
Mosè Bianchi nasce a Monza nel 1840. Suo padre Giusuè è insegnante di disegno e Mosè frequenta l'Accademia di Brera a Milano dal 1856 con i maestri Bisi, Bertini, Sogni, Zimmermann, Schmidt. I suoi primi lavori sono influenzati dal romanticismo di Bertini, come i ritratti di Simonetta e Giacinta Galimberti (1861). Nel 1864 abbandona il genere melodrammatico e inizia a dipingere soggetti naturalistici e narrativi. Nel 1867 vince il Premio Oggioni con La visione di Saul e intraprende numerosi viaggi a Venezia, Roma e Parigi. Studia i pittori del Settecento e affina la sua tecnica abbandonando i temi storici e religiosi, avvicinandosi alla pittura di genere. Quando torna a Milano, nel 1869, ottiene un grande successo con l'opera Fratelli al Campo grazie al soggetto patriottico della tela. Mosè Bianchi è ormai un pittore noto e viene nominato consigliere dell'Accademia di Brera nel 1871, oltre a vincere il Premio Principe Umberto nel 1877 con il capolavoro Una buona fumata. Anche le sue opere dedicate alle vedute della laguna, come Laguna in burrasca a Chioggia sono elogiate dalla critica. Dalla fine degli anni Settanta realizza anche affreschi ispirati a Tiepolo. Per esempio il ciclo a Villa Giovanelli a Lonigo (1877), la decorazione della Stazione Reale di Monza (1883-84) e Palazzo Turati a Milano (1855). Dal 1890 dipinge una serie di vedute alpine al Lago Maggiore, in cui focazlizza l'attenzione sugli effetti di luce; anche le vedute di Milano sono realizzate in questo periodo. In queste opere ritroviamo la sua passione per i Navigli e la perfiferia della città. I suoi ultimi lavori sono incisioni. Vince anche il Premio della Calcografia Nazionale nel 1886. Nel 1888 Bianchi è nominato direttore e professore dell'Accademia Cignaroli a Verona ma l'anno successivo è costretto a tornare a Monza a causa di una malattia. Muore nel marzo 1904.