Paz Blandina
Paz Blandina, al secolo Patrizio Blandina, nasce a Desenzano del Garda nel 1972 da padre siciliano e madre bresciana: un crocevia di culture che sin dall’infanzia imprime nella sua visione creativa una duplice tensione, tra rigore e istinto, tra ordine e disordine. La sua formazione non è accademica ma visceralmente esperienziale: fin da giovanissimo si misura con la manualità artigianale, passando dal laboratorio del falegname a quello del tappezziere, in un fare concreto che anticipa la sua futura urgenza espressiva.
L’esordio artistico avviene in strada, a partire dal 1988, con graffiti che già rivelano una mano impulsiva e uno sguardo critico verso il paesaggio urbano e le sue contraddizioni. All’inizio degli anni ’90 studia con Carla Nocci, pittrice e restauratrice, affinando le tecniche pittoriche tradizionali fino a padroneggiare l’affresco, e nei tardi anni Novanta apre il suo primo studio, dedicandosi inizialmente a riproduzioni museali con un’impronta tecnicamente impeccabile. Ma è solo con la crisi dell’immagine canonica, e la progressiva disillusione verso il decorativo, che Paz Blandina trova la sua cifra stilistica autentica.
Dal 2009, la sua ricerca vira verso una pittura gestuale, istintiva e concettualmente affilata, influenzata da un pensiero visivo che attraversa la psicologia della Gestalt e il linguaggio del marketing contemporaneo. Le sue opere diventano una forma di resistenza e interrogazione: figure animate e inanimate emergono da sfondi fotografici composti da texture di dollari, spot pubblicitari, brand iconici e paesaggi metropolitani. È una pittura che si muove, che cola, che esplode. Lo smalto — preparato artigianalmente su carte di cotone purissimo Hahnemühle da 700 g/m² — non è solo mezzo tecnico, ma materia simbolica.
La sua arte è figlia del contemporaneo, nel senso più profondo e inquieto del termine. Paz Blandina non dipinge la realtà, ma ne cattura i tic, i paradossi, le ossessioni. Ogni quadro è una radiografia emotiva del presente: l’individuo è frammentato, immerso in un continuo flusso comunicativo e pubblicitario, dove la figura e lo sfondo si rincorrono in un gioco di conflitto e attrazione.
Con un linguaggio che fonde street art, citazionismo pop e tensione concettuale, Blandina trasforma il quotidiano in gesto pittorico, in battito visivo. Le sue opere non decorano: interrogano e mettono in discussione. Così, la società dei consumi — anticipata da Baudrillard — non è solo il contesto delle sue opere, ma la sostanza stessa della sua poetica. Oggi Paz Blandina è riconosciuto come uno degli interpreti più originali e acuti della pittura urbana italiana contemporanea. La sua opera si colloca in un territorio instabile ma fertile, dove la bellezza convive con l’eccesso, e il segno con l’urgenza.