Felice Casorati
Felice Casorati nasce a Novara nel 1883 da Francesco e Carolina Borgarelli. Durante l’infanzia e l’adolescenza si sposta di frequente al seguito del padre, ufficiale di carriera.
Viaggia tra Padova, Napoli, Verona ed inizia a frequentare l’ambiente artistico, influenzato dalle Seccessioni di Monaco e Vienna unendosi al gruppo dei giovani artisti di Ca’ Pesaro.
Presenzierà per diversi anni alla Biennale di Venezia e alla Seccessione Romana.
Nel 1917 si trasferisce a Torino.
Nel 1920, dopo aver rinunciato a partecipare alla Biennale di Venezia ed essere stato escluso da Ca’ Pesaro per cavilli burocratici, promuove un vero e proprio esodo secessionista concretizzatosi nella «Mostra degli Artisti dissidenti di Ca’ Pesaro» nella galleria Geri Boralevi in piazza San Marco.
La guerra e le sue vicissitudini familiari lasceranno in lui un segno profondo: lo sforzo di Casorati è di annullare l’elemento decorativo e arrivare ad uno spazio pittorico severo e tesissimo.
Diventa protagonista e promotore della vita culturale e artistica torinese
Dagli anni 20’ fino alla fine della sua vita i successi si susseguono in una serie di collaborazioni e riconoscimenti internazionali prestigiosissimi come mostre del Novecento Italiano organizzate in Italia e all’estero da Margherita Sarfatti o la sua antologica presso il centro culturali Olivetti.
Le sue opere danno spesso l’impressione di essere pietrificate come sculture e questo perché, invece di ricercare l'espressione attraverso il colore e il segno, vuole piuttosto rendere la forma ed i volumi attraverso colori non realistici. Le luci e le ombre diventano quindi dei mezzi importanti per sottolineare la plasticità, dandoci l'impressione di un mondo sospeso, senza tempo e quasi fantastico.
La sua pittura è stata avvicinata dai critici alla corrente artistica del cosiddetto realismo magico, che si identifica per una visione lucidamente attonita del reale.
Questa corrente artistica è Caratterizzata da Un modo di sentire trasversale, un modo di percepire, leggere e interpretare il quotidiano opponendosi alle tensioni dinamiche futuriste e alle deformazioni dell'espressionismo, prendendo particolare spunto dalla tradizione figurativa della classicità rinascimentale italiana del Trecento e del Quattrocento. L'obiettivo del pittore è di scoprire il senso del magico nella vita quotidiana.