Is Michelangelo dead?

La collezione, realizzata da Enrico Pambianchi tra il 2012 e il 2013, si ispira alle pellicole del grande maestro Michelangelo Antonioni, del quale è da poco ricorso il centenario della nascita e fa parte della mostra collettiva Is Michelangelo dead? presentata presso il Centro Studi Dante Bighi di Copparo nel 2012 e presso Palazzo Savonuzzi di Ferrara nel 2013.

È noto che l'arte, da De Chirico a Pollock, ha influenzato il regista fin dai suoi primi lavori, ma quanto può accadere il contrario? Quanto i film di uno dei padri della modernità cinematografica possono aver influenzato un pittore contemporaneo?

I due artisti sono uniti prima di tutto dalla stessa città di provenienza, Ferrara, così tanto presente nei film di Antonioni con le sue “strade lunghe e larghe, di città di pianura, belle e quiete come inviti all'eleganza, agli ozii dissipati”.

In secondo luogo, entrambi raccontano le inquietudini del mondo contemporaneo: il regista lo fa con eleganza e sensibilità, il pittore con visioni sarcastiche piene di energia. Enrico Pambianchi stravolge la calma tipica delle pellicole di Antonioni con il suo iperrealismo visionario estrapolando un fotogramma di un film per poi rielaborarlo grazie alla tecnica del collage e del disegno ottenendo di volta in volta esplosioni energiche o impressioni dissacranti. Per esempio la scelta, tipica del suo stile, di inserire personaggi tratti dai fumetti stupisce l'osservatore e smorza il senso di angoscia di alcune scene.

Questo è proprio il carattere principale delle opere di Pambianchi che raffigurano realtà a volte sincroniche a volte diacroniche, avanzando visioni salvifiche di memorabili icone o gente comune che il passato ci ha mostrato attraverso sembianze inquietanti.

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