Henri de Toulouse-Lautrec

Nato il 24 novembre 1864 ad Albi, nel sud della Francia, da una delle famiglie francesi più prestigiose, dove si era solito sposarsi tra consanguinei, e questo, nel caso di Henry causò dei problemi fisici di deformazione ossea. Questi lo costringevano a lunghi periodi di riposo durante i quali iniziò a disegnare per noia, rivelandosi un bambino prodigio. Decise di diventare un pittore e inizialmente studiò presso l’atelier dell’illustre Fernand Cormon, con cui ebbe attriti, per poi fondarne uno proprio a Montmatre, luogo che lo attirava per la vitalità e a cui si sentiva affine in quanto escluso dal mondo aristocratico, proprio come le ballerine e le prostitute erano reiette della società. Questo è l’ambiente che Lautrec rappresenta nei suoi quadri, osservando la realtà, disegnando nel proprio studio e riproducendo i personaggi e le loro peculiarità psicologiche. Partecipò a mostre e prese posizione quando un critico insultò un’opera di Van Gogh, a cui era affezionato e accumunato da sensibilità e solitudine. Le sue esposizioni ebbero successo e gli consentirono di viaggiare: influenzato dalle stampe giapponesi, creò i propri manifesti dai colori intensi e piatti, con stile sintetico; Londra lo affascinò e qui strinse amicizia con Oscar Wilde. A causa del suo stile di vita dissoluto (tra alcol, frequentazioni con prostitute), si ammalò di sifilide, ebbe ulteriori problemi alle gambe e morì il 9 settembre 1901 a Saint-André-du-Bois.

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