Georges Mathieu

Georges Mathieu nasce il 27 gennaio 1921 a Boulogne-sur-Mer. Dopo aver ultimato gli studi di lettere, diritto e filosofia all’Università di Lille, insegna inglese al liceo di Douai e, in seguito, francese all'Università Americana di Biarritz. Il suo esordio artistico risale al 1942: dopo una breve parentesi da paesaggista e ritrattista, il suo interesse artistico si orienta verso una ricerca astratta ed espressionista che fa dell'automatismo fisico, dell'intuizione e dell'emozione il suo principio ispiratore.

Nel 1947 Mathieu, insieme a Camille Bryen, si fa promotore di un nuovo movimento artistico non-figurative Psychique che propone, in netta opposizione all'astrazione geometrica in auge a Parigi, una nuova astrazione, gestuale e lirica, che si spoglia delle tradizioni e delle regole fino ad allora predominanti, per mettere in primo piano i fenomeni puramente pittorici. Su questi principi inizia ad organizzare mostre di "Abstraction Lirique" in cui presenta al pubblico francese ed europeo quella generazione di artisti che, di lì a poco, il critico Tapiè definirà con il termine Informale.

In questi anni, tra le numerose esposizioni, organizza alla Galerie Montparnasse il primo confronto in Europa tra la pittura d'avanguardia americana e quella francese. Intanto le sue opere suscitano consensi internazionali e inizia ad essere esposto nelle gallerie newyorchesi e londinesi.

Nei suoi primi dipinti che verranno definiti dalla critica "Tachisti" - da "Tache" (macchia) - per l'uso di grumi di colore (dapprima olio, quindi resine sintetiche) applicati sulla tela direttamente dal tubetto, particolare cura è dedicata alla preparazione del fondo, realizzato con colori molto diluiti, e alla composizione che, nonostante l'apparente disordine, si struttura quasi sempre a partire da un asse centrale, sviluppandosi poi per linee ortogonali e curve semicircolari spinte all'esterno da forze centrifughe.

Le sue ricerche, che nel '49 vertevano sulla tematica del segno, si puntualizzano tra il '50 ed il '51 in connessione con la velocità e l'irruenza del gesto come presa immediata della realtà svincolata da qualsiasi intervento di tipo cognitivo e razionale. Da qui la scelta di trasformare le sue creazioni in eventi teatrali di pittura-azione durante i quali, in un tempo limitato e di fronte ad un pubblico selezionato, realizza tele di grandi dimensioni. Nella convinzione che l'artista debba intervenire in tutti gli aspetti della società, intorno al 1962, orienta la sua ricerca artistica verso nuove forme espressive: dalle sculture monumentali a mobili, piatti, gioielli, disegni per tappezzerie, manifesti, francobolli e monete. A questa attività artistica affianca quella teorico-critica con una serie di scritti e interventi nel mondo dell'architettura, dell'arredamento e della tipografia. 

Muore il 10 giugno 2012.

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