Gio Pomodoro
Giò Pomodoro, fratello di Arnaldo, nasce a Orciano di Pesaro nel 1930. Si sposta a esaro con la famiglia, dove studia all’istituto per geometri e impara l’arte della cesellatura presso un orafo. Nel 1954, dopo la morte del padre soggiorna a Firenze, Venezia e Roma dove realizza le sue prime esposizioni, ma si stabilizza a Milano. Il suo linguaggio tende all’informale segnico: dopo le prime esperienze legate alla scrittura automatica e all’interpretazione razionale del segno (anni ’50), si concentra sui concetti di materia, vuoto e geometria, sviluppando la tematica della tensione prima e della torsione poi. Espone in Italia e all’estero ottenendo grandi consensi e realizza anche scenografie per opere liriche all’Arena di Verona e alla Fenice di Venezia.
Giò Pomodoro è considerato uno dei maggiori scultori del XX secolo. Nelle sue opere predilige materiali come il marmo, la pietra e il bronzo. Punta alla fruizione sociale dell’arte realizzando opere pubbliche, come la decorazione della piazza di Ales, progettata con gli abitanti, o della sua città natale. Il sole è spesso protagonista delle sue opere, assumendo significati intimi e ideologici. Muore a Milano nel 2002 in seguito a un ictus.